lunedì 26 dicembre 2011

Smettere di Mangiarsi Le Unghie

Mangiarsi le unghie è un disturbo che va sotto il nome di Onicofagia, fenomeno più diffuso e conosciuto già dalla tenerissima età: mangiarsi le unghie.
Mangiarsi le unghie è un disturbi che colpisce almeno 5 italiani su 100 si dedichino a questo passatempo sgradevole e dannoso per la salute.
A mangiarsi le unghie si comincia intorno ai 6 anni, ma si può andare avanti fino all’adolescenza e anche oltre. Il picco si raggiunge tra i 10 e i 18 anni, quando un adolescente su dieci si rosicchia le unghie. Ma c’è chi non riesce a smettere anche più avanti negli anni.


A mangiarsi le unghie si comincia per le cause più disparate, dalla gelosia nei confronti di un fratello a una situazione di tensione tra i genitori, fino alle aspettative troppo alte che il bambino avverte intorno a sé, smettere quindi diventa difficile.
Mangiarsi le unghie è un modo per sfogare l’ansia e l’aggressività che queste situazioni gli provocano, proponendosi inconsciamente come “agnello sacrificale”, di smettere uno non ci pensa proprio.

Mangiarsi le unghie diventa un problema davanti al quale i genitori hanno un ruolo fondamentale, decisivo è il loro comportamento. Via libera a piccoli premi: comprargli un Dvd del suo personaggio preferito o un fumetto che vi chiede da tempo, può contribuire a dissuaderlo dal tormentarsi le dita.
Senza per questo eliminare del tutto i rimproveri: anche un semplice “non ti rendi conti che continuando così ti fai solo del male?” può essere utile a farlo riflettere sull’inutilità del suo comportamento.

Trattare il bambino come un adulto e responsabilizzarlo sul suo stato di salute è importante per aiutarlo a smettere. Può succedere che i piccoli regali e parole non bastano si può sempre ricorrere ai rimedi specifici che si trovano in farmacia, per esempio gli smalti amari.
Per far smettere un bambino a mangiarsi le unghie però ci sono dei comportamenti da evitare, come ad esempio un atteggiamento ossessivo. Stando troppo addosso al bambino gli si impedisce di imparare a fronteggiare situazioni per lui frustranti. Con la conseguenza di fargli perdere la consapevolezza dei problemi.

Analogo discorso vale per le punizioni troppo severe , esagerare con gli atteggiamenti duri e manifestare intolleranza nei confronti del bambino, rischia di essere un ulteriore motivo di disagio oltre a quelli già esistenti che hanno causato il vizio.
Per far smettere di mangiarsi le unghie ad un bambino vanno evitati i trattamenti urto come mettere del peperoncino sulle unghie, per esempio, è un atto che sfiora il sadismo e che potrebbe scatenare un problema psicologico molto serio.

domenica 18 dicembre 2011

False Verità Sull'Olio D'Oliva

False verità sull'olio d'oliva. La truffa più recente è stata scoperta la scorsa estate dal nucleo antifrodi dei carabinieri di Parma.
Olio d'oliva provveniente da olive irrancidite che provvenivano dall'estero venivano deodorate con un processo chimico e usate per ottenere olio d'oliva fasullo.
Sapere queste false verità sull'olio d'oliva è importante per la propria salute e per una spesa più consapevole.

Un trattamento questo che è vietato dalle norme per la produzione dell'olio d'oliva, re degli oli, che oltre ad eliminare il cattivo odore sottrae all'alimento molti dei preziosi nutrienti che contraddistinguono l'olio d'oliva dagli altri oli.

Per scoprire le false verità sull'olio d'oliva oggi c'è un test che permette ai nuclei antifrodi di smascherare subito i prodotti taroccati e di bloccare più facilmente le contraffazioni: basta misurare i livelli degli alchil esteri , sostanze che si formano quando le olive cominciano ad alterarsi.
Ma le sofisticazioni sono così diffuse che ci vorranno anni per mettere la parola fine al problema delle false verità sull'olio d'oliva.

Per avere un buon olio d'oliva ecco che a difesa dei consumatori ci sono delle certificazioni di qualità sempre più rigorose, e poi per scoprire le false verità sull'olio d'oliva ci si può affidare al gusto imparando i segreti della degustazione.
Per scoprire le false verità sull'olio d'oliva occhio all'etichetta, cerca sempre la dicitura " Spremitura a freddo", ovvero al di sotto dei 27°C, questo garantisce gusto e proprietà organolettiche.
Inoltre punta sul DOP, la denominazione di origine protetta indica che l'olio d'oliva è prodotto con olive raccolte e spremute in un territorio specifico. Il marchio IGP invece garantisce la sola lavorazione nella zona tipica mentre consente l'uso di olive di importazione.
Altra cosa molto importante l'agricoltura biologica è un settore sottoposto a "regime di controllo" europeo. le aziende olearie devono rispettare le norme di produzione comunitarie.

Per smascherare le false verità sull'olio d'oliva è bene stare anche attenti a colore, odore e sapore che sono i tre elementi per la valutazione iniziale di un olio di qualità.
Il controllo più facile è il test del colore. Si al verde, ma mai troppo intenso e brillante, ok anche a sfumature dorate e ambrate, sempre intense e mai pallide, classiche dell'impiego di olive vecchie ed appassite.

False verità sull'olio d'oliva vengono smascherate anche grazie alla degustazione. Per valutare al meglio il profumo ed il gusto dell'extravergine versa un pochino di olio su una patata lessa calda. Il mix creato dal sapore neutro dell'ortaggio e dal calore mette in risalto pregi e difetti dell'olio di oliva.
L'odore dell'olio di oliva deve essere fresco e vivace, mai rancido.
Il gusto deve essere armonioso, può avere un'aroma più o meno fruttato, piccante o mandorlato a seconda del tipo di olio.

L'olio di oliva extravergine però non deve mai avere un sapore impersonale o metallico, amaro o di muffa

Aromaterapia

Aromaterapia: Moda o verità?
L'aromaterapia è stata spesso usata per rilassare, distendere, inebriare.
Le essenze e gli aromi così sfruttati in base ai principi dell'aromaterapia avrebbero effetti opposti, tutt'altro che benefici.
L'aromaterapia si avvale di quei profumi che in centri benessere e beauty-farm sono così frequenti, che le mode del momento ci invitano a usare in casa per allontanare stress e tensioni della vita quotidiana, farebbero male alla salute.
A suggerire questi riferimenti sull'aromaterapia è uno studio pubblicato dalla rivista scientifica "Environmental Engineering Science", frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori di Taiwan.

Fragranze e oli essenziali importanti per l'aromaterapia.
Secondo lo studio, fragranze e oli essenziali rilasciano nell'aria particelle ultrasottili e composti volatili organici: questi ultimi, reagendo con l'ozono, danno origine ai cosiddetti "aerosol organici secondari" (SOA) che possono irritare gli occhi e le vie respiratorie.

Gli autori della ricerca sugli effetti contrari dell'aromaterapia anno analizzato la produzione di SOA a partire sia da fragranze, sia da sia oli essenziali ottenuti da erbe cinesi.
Gli esperimenti sono stati condotti all'interno di camere in cui l'ambiente era controllato, e sono stati testati in diverse condizioni.

Le essenze dell'aromaterapia sono causa di inquinanti e non solo. Lo studio ha previsto anche lo svolgimento di analisi su campioni prelevati da centri benessere in cui l'aromaterapia viene praticata: i ricercatori hanno così concluso che l'architettura e la ventilazione dei centri benessere possono influenzare il livello di inquinanti prodotti dall'aromaterapia nell'aria all'interno della struttura.

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